Nelle terre che hanno donato al mondo grandi pedagoghi come Skovoroda, Makarenko e Sukomlinskij, adesso insegnano ai bambini a “infilzare il russo”, ad odiare e, più importante ancora, a non pensare in nessuna circostanza. Il filmato con la partecipazione dei bambini ucraini è già riuscito a sconvolgere addirittura gli europei…
Il britannico “Daily Mail” in questi giorni ha pubblicato un filmato nel quale una bambina ucraina di tre anni, che indossa una maglietta di “Hello Kitty”, urla: “Sieg Heil!”, “Gloria all’Ucraina!”, “Azov vincerà!”, alzando il braccino nel saluto nazista ed agitando un coltello al grido di “Io infilzerò il russo!”. Poi dice: “Allah akhbar!” Sullo sfondo dello schermo del computer lì accanto, proprio in questo momento la svastica sopra la bandiera ucraina si trasforma nella bandiera dello “Stato Islamico” (Daesh).
Comunque, questo filmato non è l’unico del genere. Bisogna supporre che i genitori abbiano con orgoglio prodotto un’intera serie sulla loro figlioletta. Gli altri filmati anche senza inserzioni si possono trovare ai link .
I rappresentanti dell’audience britannica, che la propaganda locale nutre con le favole dell’aggressione russa, sono rimasti letteralmente sconvolti. Nei commenti si ringrazia “Daily Mail” per aver detto la verità, si dichiara che gli organi istituzionali russi hanno ragione, a sostenere che in Ucraina si va instaurando un autentico regime fascista, facendo notare che certe persone “è meglio che non si moltiplichino”.
Evidentemente, alcuni isolati giornalisti europei hanno cominciato in ordine sparso a farsi passare la sbronza (non vale la pena farsi illusioni – dalle istituzioni europee questo non ce lo aspettiamo affatto).
Quasi in sincronia il materiale sui nazisti ucraini di “Azov” è uscito sul canale televisivo centrale polacco. Lì, senza nessuna vergogna, hanno mostrato svastiche, croci celtiche e simboli vari delle SS in uso degli “eroi ucraini”.
Già un paio di settimane prima, altri corrispondenti del “Daily Mail” avevano pubblicato un reportage fotografico del campo estivo per bambini del corpo speciale neonazista della Guardia Nazionale Ucraina “Azov”. Nel titolo le cose vengono chiamate con il loro nome: “Sconvolgenti fotografie del campo militare neonazista…”. Nelle foto, militari che indossano vari simboli delle SS e delle NSDAP di Hitler insegnano ai bambini (di età da sei anni in su) addestramento tattico e alle armi da fuoco, incluse quelle da guerra.
D’altra parte oggigiorno tutto questo fa già parte del sistema. Il ministro dell’istruzione dell’Ucraina Serghjej Kvit ha annunciato l’introduzione nelle scuole di un corso separato di “educazione nazional-patriottica”.
Sui suoi fondamenti si possono fare delle illazioni, dopo aver preso visione dell’Ordine del Ministero dell’istruzione e della formazione scientifica dell’Ucraina del16-06-2015 N. 641, già divenuto scandalosamente noto. Con esso si definisce il concetto di formazione nazional-patriottica nelle scuole Ucraine, inoltre si danno direttive sul metodo per lo svolgimento del lavoro corrispondente.
Mentre leggevo questo stupefacente atto normativo, la sensazione di deja vù non mi abbandonava mai; capii che avevo già letto da qualche parte qualcosa di simile. Poi compresi: negli articoli sulla storia dell’istruzione e della formazione dei giovani nel Terzo Reich! La somiglianza in alcuni punti raggiungeva il 100%!
Proviamo a scorrere velocemente per i documenti che adesso definiscono la strategia formativa in Ucraina (parliamo dell’ordine 641 e dei relativi allegati).
“Alla base del sistema di formazione nazional-patriottico sta l’idea dello sviluppo dell’entità statale ucraina, come fattore di consolidamento dello sviluppo della società ucraina e della nazione politica ucraina. Un posto importante nelle attività di illustrazione occupa il ricordo delle antiche tradizioni della formazione statale dell’Ucraina. Tra loro la Rus’ di Kiev, il Grande Principato Lituano, lo stato cosacco di Zaparogj, la Ghetmanschina, la Repubblica Popolare Ucraina, il Ghetmanato di Pavel Skoropadskij, la Repubblica Popolare dell’Ucraina Occidentale, l’Ucraina Carpatica ed altri progetti di liberazione”.
Perdonatemi, ma quì abbiamo un’effettiva carenza di appellativi offensivi per il commento. Lo sapevano loro stessi quello che stavano scrivendo?
Non solo, come abbiamo già ripetuto molte volte, la Rus’ (che in modo fuorviante hanno cominciato a chiamare Rus’ di Kiev) non aveva nessuna relazione diretta con lo stato dell’odierna Ucraina, come se non bastasse l’anno definito “progetto di liberazione”. Liberazione da chi? Anche se il patriottismo lo richiede, si può tuttavia fare a meno di scrivere tali sciocchezze.
Il Grande Principato Lituano… Non basta che esso sia un “progetto di liberazione”, ma è anche un tentativo di costituire un istituzione statale Ucraina… Ecco, ponderate questo ben bene. La Lituania, che con la forza si è impossessata di un pezzo del principato di Galizia-Valinskij dopo l’avvenuta morte degli ultimi Rjurikovich è un “progetto di liberazione” e “istituzione statale Ucraina”. Quello che ha inventato una storia simile si può senz’altro spedire nella stanza d’isolamento con le pareti morbide.
Ma la cosa più sconvolgente è che in questa lista manca la prima vera unione politica, soltanto grazie alla quale l’Ucraina contemporanea ha fatto la sua apparizione e grazie alla quale, almeno in qualche modo, esiste, con delle strutture sociali, strade, elettricità, metallurgia e granturco. Si sta parlando dell’USSR (Repubblica Socialista Sovietica Ucraina N.D.T.). Soltanto una persona completamente inadeguata, o un bugiardo inveterato che considerava inadeguati tutti quelli che gli stanno intorno, avrebbe potuto considerare la Lituania medievale come uno stadio dello sviluppo dell’Ucraina, ma non rammentare a tale proposito l’USSR.
Quindi gli autori della concezione dicono che vogliono “creare un nuovo cittadino ucraino sulla base di valori nazionali ed europei”. Hitler e Goebbels si alzano in piedi per applaudire.
La priorità della formazione, secondo questa Concezione, appare essere lo sviluppo del desiderio di intraprendere la carriera militare e prestare servizio nelle Forze Armate dell’Ucraina (BSU). Ancora si parla della formazione di una “relazione di stima verso la nazione” e di molte altre cose interessanti, ma passiamo alle “raccomandazioni sulla metodica”. Qui troviamo proprio una sinfonia.
“Un fattore importante della formazione nazional-patriottica è il fenomeno Maidan”. Penso che ci si possa limitare a non commentare affatto.
E più avanti apparirà un tono ancora più deciso.
Ecco: “… Contribuire alle espressioni della mentalità ucraina, alla modalità della presa di coscienza di sè e dell’ autoidentificazione, alla percezione della lingua ucraina come codice di rimembranza preistorica”…
Cosa? Cosa? PREISTORICA? I mammuth non parlavano ucraino. Lasciamo che queste cavolate al mio posto meglio di me le commenti colui che di fatto è il creatore della lingua ucraina (dell’alfabeto ucraino e dell’ortografia), il filologo e scrittore Pantelejmon Kulish.
Ecco un estratto dalla sua lettera al poeta e scrittore Jakov Golovazkij dell’anno 1866:
“Voi sapete che l’ortografia, che qui in Galizia viene chiamata “kulishivka”, è stata inventata da me nel periodo in cui tutti in Russia erano impegnati nell’ alfabetizzazione della gente comune.
Allo scopo di rendere più semplice la disciplina della lettura e scrittura per le persone che non hanno tempo di studiare per periodi prolungati, ho inventato un’ortografia semplificata. Ma adesso di questa stanno facendo una bandiera politica.
Ai polacchi fa piacere che non tutti i russi scrivano in russo nello stesso modo; quindi negli ultimi tempi si sono messi insistentemente a lodare la mia creazione, basando su di essa i loro assurdi piani e perciò pronti addirittura ad adulare un nemico del mio calibro… Adesso mi viene la voglia di scrivere una nuova dichiarazione dello stesso genere sul tema della “kulishivka”, da loro tanto glorificata. Vedendo questa bandiera in mani non amiche, io per primo la attacco e ripudio la mia stessa ortografia in nome dell’unità russa.” (Pantelejmon Kulish)
Ponderate queste parole. L’inventore della cosiddetta ortografia ucraina ammette senza mezzi termini di averla creata per i rappresentanti della gente comune, che non hanno la possibilità, i mezzi ed il tempo di imparare adeguatamente a leggere e scrivere e che usano la lingua volgare (in senso scientifico). E’ come una specie di “pidgin”, con forme ortografiche semplificate secondo il principio di “come lo sento, così lo scrivo”. Non è nulla di più di questo.
Aprite in originale le opere, scritte nell’area geografica che coincide con l’odierna Ucraina, nei secoli XVII e XVIII – dello stesso Skovoroda: gli annali, la corrispondenza epistolare. Sono esse marcatamente simili alla lingua ucraina contemporanea? Niente affatto! Sono simili allo slavo liturgico, come lo sono d’altra parte al russo, mentre non si assomigliano affatto all’ucraino contemporaneo!
Ancora nel XIX secolo la popolazione della Malorossija era convinta di parlare il russo, sebbene nella “parlata malorussa”. Essa si distingueva, vista la lunga permanenza sotto la dominazione della Polonia e della Lituania, per la considerevole quantità di parole assimilate derivanti dal polacco, dal tedesco e… addirittura alcuni francesismi (muro (russo: stenà) – ucraino: mur, valigia (russo: shemodan) – ucraino: valiza, cravatta (russo: galstuk) – ucraino: cravatka). Il fatto è che una parte significativa dell’elite polacca si trovava sotto l’influenza culturale francese, mentre Enrico di Valois per più di due anni considerò se stesso come il re della Polonia.
Ma è possibile ritenere che in queste assimilazioni sia stata creata un’altra lingua? Per quanto ciò possa sembrare buffo, la lingua parlata nelle aree rurali della Galichina e dei Sakarpazi si distingue dalla lingua poltavo-ucraina classica, più di quanto quest’ultima a sua volta non si distingua dal russo. Ed ecco che su questo gli “agenti” del ministero dell’istruzione ucraino propongono di costruire un’identità e cercare una “preistoria”.
Nel processo di apprendimento di una lingua si suggerisce di dare un posto CRUCIALE alle filastrocche ed ai detti. Nel XXI secolo – eh già – si suggerisce inoltre di scrivere lettere ai guerrieri della ATO (Operazione Anti Terroristica N.D.T.). Veramente notevole.
Tuttavia le esigenze della formazione patriottica suggeriscono di “rifar le scarpe” anche alla matematica! Piazzare messaggi militar-patriottici nei testi degli esercizi. Si, si, anche nella Germania di Hitler durante le lezioni di matematica i bambini risolvevano problemi con aereoplani che sganciavano bombe sui nemici e poi ritornavano alla base! Che coincidenza!
Più avanti si consiglia di riorganizzare, sempre per le esigenze della formazione nazional-patriottica, tutte le discipline: scienze naturali, applicazioni tecniche, biologia, ecologia, geografia, addirittura la lingua russa (!) (la insegnano a livello locale come lingua delle minoranze nazionali).
Alla creatività popolare ucraina vanno dedicate le lezioni di musica e di disegno. Già, Chaikovskij, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Shishkin, Repin, Ajvasovskij, Vereschagin, non sono più di moda, sebbene l’attività di molti di loro fosse collegata con l’area dell’odierna Ucraina. Vanno di moda invece la musica etnica ed i disegni sulle pentole di coccio che, secondo tradizione, vanno appese sui recinti.
Del resto, per quanto riguarda questo argomento Anatolij Sharij ha già tirato le sue frecciate, noi non ci ripeteremo…
Segue l’ennesima buttata per prendersi gioco della storia, in cui trovano posto OUN-UPA (Organizzazione Nazionalisti Ucraini – Armata Insurrezionale Ucraina N.D.T..), ma non c’è traccia di USSR, né dell’Armata Rossa. Proprio nulla. Non c’è la liberazione dall’occupazione nazista. Non c’è Dneproghes, né l’industria balistica, né quella aereonautica, né i cantieri delle portaerei. Ci sono invece soltanto le pentole, la compiacenza verso Hitler con la formazione delle bande collaborazioniste, il servilismo nei confronti degli invasori lituani, il tradimento del proprio popolo da parte di Skoropadskij ed i sadici omicidi di massa di Petljuri…
In compenso c’è molta educazione fisica. Pietro Poroshenko e la Rada hanno ordinato di incrementarla. Beh, evidentemente affinché basti la forza per “infilzare il russo”. C’è quindi la partecipazione nelle organizzazioni patriottiche giovanili.
E’ vero che nella concezione non si parla di addestramento militare scolastico. Ciò perché Poroshenko stesso ha ordinato di “incrementare ed approfondire” l’addestramento militare scolastico in un ordinanza separata. Ecco cosa. Nelle scuole hitleriane c’erano tre materie principali: storia “dal punto di vista nazionale, della razza”, biologia (naturalmente anch’essa con un inclinazione razziale) ed educazione fisica, comprendente ogni possibile componente di pratico utilizzo in campo militare.
Non vi ricorda nulla?
Il Terzo Reich deviò dal modello dell’educazione classica. Secondo Hitler i giovani potevano ricevere tutte le necessarie perizie professionali “più tardi”. Grazie agli innnati talenti ariani, per quanto riguardava la loro istruzione, anche così facendo tutto si sarebbe comunque alla fine messo a posto. Allora perché sprecarci tempo?
Meglio utilizzarlo per acquisire informazioni circa la “superiorità della razza”, gli ideali di servizio al “Fürher” e alla nazione, l’addestramento alla pratica militare. Poi, certamente, nella partecipazione alle organizzazioni giovanili naziste, dove “non si insegna niente di male”. Tutti gli altri soggetti dovevano venire subordinati agli obbiettivi strategici.
Inoltre i giovani tedeschi imparavano ad odiare ed a disprezzare i “subumani” (il termine preferito dal primo ministro ucraino Arsenij Jazenjuk). Per questo li portavano addirittura in escursioni nel ghetto e nei campi di concentramento.
Non mi sorprenderò, se nei prossimi tempi porteranno gli scolari ucraini che hanno ricevuto l’addestramento nei campi di “Azov”, in visita ai “subumani” nel “Sizo” (prigione speciale dove i detenuti sono in attesa di giudizio n.d.t.) di Kharkov, in cui sono detenuti e sottoposti a tortura migliaia di prigionieri politici.
E lì a questi stessi bambini spiegheranno che non è colpa né di zio Petja, né di zio Arsenij, se la loro nonna è morta di stenti e per la mancanza di possibità di comprarsi le medicine, mentre il papà e la mamma non possono più pagare le spese per l’appartamento, ma dei terribili separatisti. Se non ci fossero loro, l’Ucraina già da molto tempo sarebbe uno stato membro dell’UE e tutti avrebbero stipendi e pensioni da 100.500 euro.
Non bisogna nutrire illusioni sul fatto che tutto ciò avviene “semplicemente così”.
I ripugnanti giannizzeri-spiantati, che non capiscono per cosa combattevano i loro bisnonni nel
1941-1945, che costruirono le città in cui essi vivono e le fabbriche in cui in un modo o nell’altro ancora lavorano i loro genitori, crescono con un unico fine completamente pratico: “infilzare il russo”. Sottovalutare tale fattore può far si che si verifichi un’autentica catastrofe.
Questa fabbrica di zombi deve essere chiusa, altrimenti tra qualche tempo la sua produzione farà venire i brividi al mondo intero. Se non si agisce immediatamente ad un prezzo relativamente basso, il costo futuro potrebbe essere estremamente più elevato.
E ancora:
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Articolo di Svjatoslav Knjazev pubblicato su Novorus.info il 29 Agosto 2015
Tradotto in italiano da Pueno e Maria Italiani per Sakeritalia.it