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Le cifre sulle perdite di armamenti dell’Ucraina confermano l’entità della sua sconfitta

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I dati pubblicati dall’Istituto Internazionale di Studi Strategici confermano che durante i combattimenti nel Donbass nel 2014 ed inizio 2015, l’Ucraina ha perso più della metà del suo equipaggiamento militare.

Come ho recentemente sostenuto per The Duran, il Presidente dell’Ucraina, Poroshenko, ha ora di fatto ammesso che l’Ucraina ha subito una sconfitta militare, nella guerra che ha condotto per riconquistare il Donbass.

Probabilmente non è solo una coincidenza che la sua ammissione sia arrivata nello stesso momento in cui l’ultima edizione del Military Balance, pubblicata dall’Istituto Internazionale di Studi Strategici ha permesso a Colonel Cassad – uno dei commentatori sicuramente più brillanti ed affidabili della guerra di Ucraina – di fornire finalmente consistenti dettagli dell’entità delle perdite di mezzi militari dell’Ucraina durante la guerra (Tradotti in inglese e pubblicati qui da Vineyard of the Saker).

Il confronto tra le edizioni del 2013 e del 2016 del Military Balance mostra che dal 2013 al 2016 l’Ucraina ha perso il 44% della sua artiglieria, (compreso il 56% della sua artiglieria semovente (SPG) ed un enorme 80% dell’artiglieria leggera), il 29% dei suoi carri armati (MBT), il 56% dei blindati per trasporto di truppe (APC), ed il 66% dei veicoli da combattimento di fanteria (IFV).

mbtMBT –  Main Battle Tank apcAPC – Armoured Personnel Carrier spgSPG – Self Propelled Gun ifvIFV – Infantry Fighting Vehicle

Colonel Cassad precisa ragionevolmente che una buona parte delle perdite di questi armamenti può essere dovuta a guasti meccanici, che l’industria militare Ucraina è stata incapace di riparare.

Un’altra precisazione è che probabilmente il Military Balance del 2013 sovrastima le disponibilità di armamenti dell’Ucraina. Colonel Cassad ha minimizzato la possibilità di significative riduzioni di disponibilità di armi dell’Ucraina a seguito di vendite di armi dopo il 2013.  Tuttavia una corruzione endemica significa probabilmente che una parte delle armi che l’Ucraina diceva di possedere nel 2013, semplicemente non esistevano, o perché le si era lasciate andare fuori uso, o perché erano state vendute illegalmente all’estero.

Anche tenendo conto di questi fattori, le perdite di armamenti denotano grandissime perdite sui campi di battaglia.

d30

Obice D-30 da 122mm

Il fatto che l’Ucraina abbia perso l’80% della sua artiglieria leggera trainata da 122 mm, mostra che la maggior parte di queste perdite effettivamente è avvenuta in battaglia. L’artiglieria leggera è relativamente facile da mantenere in efficienza e da conservare, ed è verosimile che la perdita da parte dell’Ucraina di quasi tutta l’artiglieria leggera di questo calibro, si spieghi con la sua distruzione sui campi di battaglia.

Colonel Cassad ipotizza che questo sia dovuto al fuoco di controbatteria Russo. Ci sono infatti rapporti sul fatto che l’artiglieria Russa abbia ingaggiato le unità Ucraine, restando dall’altra parte della frontiera, durante gli scontri dell’estate 2014.

Come Colonel Cassad indica, l’entità delle perdite di armamenti dell’Ucraina riferite da Military Balance è indirettamente confermata da una dichiarazione che Poroshenko si è lasciato sfuggire nell’autunno del 2014, più o meno all’epoca del primo accordo di Minsk, quando disse che l’Ucraina aveva perso il 65% dei suoi armamenti durante i combattimenti dell’estate.

Colonel Cassad è su un terreno molto più instabile quando cerca di dedurre da queste perdite di armamenti, le cifre delle vittime totali dell’Ucraina, facendo una stima di 30.000 uomini. Lo fa conteggiando il numero totale di persone impiegate per l’operatività dei mezzi di artiglieria distrutti – che arriva quasi esattamente a 30.000 uomini – dando quindi per scontato che essi siano stati tutti uccisi quando le loro batterie sono state distrutte.

Questa è una metodologia sbagliata. Le cifre fornite da Military Balance mostrano il numero di armamenti che l’Ucraina ha perso. Non ne consegue che tutti questi armamenti siano stati distrutti. Alcuni possono essere stati danneggiati in modo irreparabile. Si sa che una buona parte è stata catturata dai miliziani (del Donbass).

In ogni modo non ne consegue automaticamente che l’equipaggio del veicolo distrutto sia stato ucciso o ferito. Potrebbero essere scappati dal veicolo prima che venisse distrutto, come capita spesso in guerra.

Benché questa cifra di 30.000 vittime sia già stata ventilata, è certamente un’esagerazione.

La verità è comunque abbastanza brutta. Giudicando dal livello di perdite degli armamenti, le perdite di uomini sono state di certo maggiori di quello che dicono gli Ucraini: probabilmente dell’ordine di 8-12.000 uomini negli scontri del luglio-agosto 2014, come discusso da me stesso qui nell’ottobre del 2014, e forse altri 2-3.000 negli scontri di gennaio-febbraio 2015, che sono stati ugualmente intensi, ma che hanno avuto luogo in un periodo di tempo più breve.

Come io ho già detto qui, questo  è un numero di vittime senza paragone in Europa, da quando la Germania si arrese il 9 maggio 1945. La guerra in Ucraina è stata una grossa guerra, non una piccola guerra, anche se in Occidente ed in Ucraina non è stata riferita come tale.

Colonel Cassad dice giustamente che con le sue industrie in crisi, e con il taglio dei ricambi russi per i suoi armamenti dell’era sovietica, l’Ucraina non riesce né a riparare, né a rimpiazzare i suoi armamenti perduti. E neppure saranno stati gli insignificanti aiuti di equipaggiamenti a volte inferiori, forniti dall’Occidente, ad aver riempito il vuoto.

Come ho sottolineato di nuovo a febbraio 2015, l’entità delle perdite che l’esercito Ucraino ha subito, insieme alle sue sconfitte, devono aver dato un colpo devastante al morale, anche se non è mai stato ammesso. Non sorprende perciò che i ripetuti tentativi del governo Ucraino per mobilitare la popolazione maschile abbiano incontrato una forte resistenza, e che la Guardia Nazionale Ucraina – che dovrebbe essere la guardia pretoriana del governo Ucraino – arrivi a non più di 5.000 uomini.

Anche se l’Ucraina fosse in qualche modo capace di rimpiazzare gli armamenti che ha perso, magari con forniture segrete dell’epoca sovietica da parte di stati dell’Europa orientale, ora membri della NATO, non ci sarebbe alcuna ragione per pensare che qualunque offensiva lanciata adesso o in futuro possa avere maggiore successo di quelle che furono lanciate il 30 giugno 2014 e nel gennaio 2015.  Al contrario, con i militari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk che ora hanno raggiunto un livello operativo molto superiore a quello che avevano raggiunto nell’estate del 2014 e nell’inverno del 2015, e con il morale degli Ucraini fiaccato dalle pesanti perdite e dalle sconfitte che hanno patito in precedenza, è altamente probabile che la sconfitta sarebbe perfino maggiore.

Neanche Hillary Clinton, se dovesse essere eletta Presidente degli Stati Uniti in novembre, potrebbe cambiare questa situazione. Anche se decidesse – contro l’opposizione dell’Europa – di fornire armi USA all’Ucraina, i Russi dovrebbero semplicemente rispondere compensando le forniture di armi Americane al governo Ucraino, con forniture di armi alla milizia, negando al governo quel margine decisivo di superiorità di cui avrebbe bisogno per raggiungere la vittoria.

Nei fatti, la sconcertante ammissione di Poroshenko della sconfitta dell’Ucraina è semplicemente una dichiarazione dell’ovvio. Per una volta, quello che Poroshenko ha detto, è vero.

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Articolo di Alexander Mercouris pubblicato su The Duran il 24 maggio 2016

Traduzione in italiano a cura di Luciano Ragazzi per Sakeritalia.it


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